Relatore: Massimo Reichlin
Il contesto culturale da cui prende avvio la riflessione del Prof. Massimo Reichlin è segnato da un elemento importante: la nascita della bioetica in America all’inizio degli anni Settanta. Da questo cambiamento, al tempo stesso filosofico, teologico, giuridico e medico, trae origine l’enfasi del concetto di autodeterminazione, secondo un’interpretazione unilaterale del concetto di autonomia. Ciò, inizialmente, è positivo perché mette in dubbio il paternalismo medico, ancora molto accentuato. Paternalismo che nasce principalmente in un contesto di “sproporzione” tra poteri: da una parte il medico, che conosce e cura, e dall’altra il paziente che ignora di che cosa ha bisogno ma desidera essere curato. Così come il sovrano “conosce” il bene dei suoi sudditi, anche a loro insaputa, allo stesso modo il medico capisce qual è il bene del paziente, senza interrogarlo e a prescindere dalla sua volontà, che si presuppone incompetente e quindi senza valore. Un ulteriore passo avanti avviene con l’introduzione del “consenso informato”, con il Codice di Norimberga, nel 1947. Questa procedura però, inizialmente, inerisce solo la sperimentazione, mentre per l’utilizzo in ambito di pratica clinica si dovrà attendere gli anni Settanta.
Relatore: Vincenzo Costa, professore ordinario di fenomenologia, Università Vita Salute di San Raffaele
Interrogarsi su dato biologico e struttura relazionale è un approccio moderno per dialogare riguardo a una questione antica: il rapporto tra natura e cultura, tra natura e storia. Siamo esseri naturali o esseri storici? Siamo un anello di congiunzione tra natura e cultura? Dovremmo cercare di fuggire al naturalismo sfrenato, alla percezione che tutto sia determinato biologicamente e che l’evoluzione spieghi, in modo soddisfacente, tutti i nostri comportamenti. Anche un culturalismo estremizzato, tuttavia, ripropone, seppur agli antipodi, le stesse dinamiche relativistiche: civiltà e società plasmano integralmente l’essere umano e pretendono di esaurirne l’essenza in una spiegazione ontologicamente esaustiva. La fenomenologia del Prof. Vincenzo Costa cerca di posizionarsi a metà strada, con l’intenzione di salvaguardare la nozione di persona.
Relatore: Adriano Fabris, professore ordinario di filosofia morale, Università di Pisa
Il problema della coerenza emerge nel momento in cui le possibilità di azione sono molteplici. La pluralità di scelte sorge quotidianamente, dinnanzi ai nostri occhi, talvolta sommerge e offusca la ragione. La filosofia può aiutarci a precisare idee, concetti e opinioni che non sono solamente pensieri, ma influenzano il nostro modo di conoscere, di agire e di vivere. Bisogna innanzitutto distinguere: la pluralità è un dato di fatto, il pluralismo è intendere la molteplicità come un valore.
Relatore: Adnane Mokrani e Imad Alamat
Il cammino fraterno di Papa Francesco
Una lettura islamica - di Adnane Mokrani
Nel lungo cammino di avvicinamento della chiesa cattolica al mondo islamico possiamo partire dal documento del Concilio Vaticano II sul rapporto con le religioni non cristiane, Nostra aetate (1965) e menzionare il discorso di Giovanni Paolo II a Casablanca davanti a migliaia di giovani musulmani (1985). Papa Francesco si è espresso più volte al riguardo nei suoi viaggi, per es. in Bangladesh e nel suo incontro con i rifugiati Rohingya (2017). Nella sua prima Esortazione apostolica, Evangelii Gaudium (2013), due paragrafi sono dedicati al dialogo con i musulmani (252-253). Nel secondo paragrafo, il Papa esprime una posizione coraggiosa, e direi controcorrente, mettendo in guardia da «odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e una adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni violenza».