Paola Scalari - Social network e adolescenti: cambiamenti nell’immagine di sé
La presente relazione è frutto di molteplici incontri con adolescenti, genitori ed educatori e di un lavoro di riflessione nell’Associazione “Ariele Psicoterapia”. Si avvale anche di una intervista condotta dagli studenti del Liceo Calini di Brescia sotto la guida della Professoressa Mattioli e per iniziativa della Dottoressa Noemi Tomasoni, qui disponibile come video allegato.
Superando i pregiudizi e le paure, normalmente suscitate dalle innovazioni, dobbiamo esaminare l’impatto dei social sugli adolescenti. Questi possono acquisire una sicura immagine di sé se hanno plurime relazioni e frequentano sia il campo virtuale, sia quello reale e appartengono a molteplici gruppi. Ciò contribuisce al “piacere” e a “farsi piacere”, come pure al formarsi di una mente plurirelazionale o multitasking. I social permettono questa varietà di rapporti, un tempo impensabile. Tuttavia l’ampiezza sterminata delle possibilità e i ritmi velocissimi possono suscitare ansia e far sorgere il bisogno di continue e immediate conferme di sé soprattutto nell’adolescente che vive il cambiamento e la crisi. Egli può concludere che se non riceve conferme, non esiste o non merita di esistere. Da qui il numero preoccupante di adolescenti suicidi che esprimono così il loro senso di smarrimento di fronte alle esigenze di immediata affermazione, che la società attuale, ma anche i genitori spesso trasmettono ai figli. Non bisogna però trascurare il fatto che i social siano una grande opportunità, talvolta anche per gli adolescenti insicuri, che possono trovare nel campo virtuale qualcuno che li ascolta senza tener conto del loro aspetto fisico. Certamente essi permettono anche di prendere di mira una vittima e di scaricare su di essa le proprie frustrazioni, ma questi episodi, pur allarmanti, sono rari e marginali. Per accompagnare all’uso corretto dei social occorre anzitutto educare all’umano attraverso la cultura umanistica. L’arte, la filosofia, la poesia e la musica non solo rappresentano un antidoto all’abuso dei social, ma ne favoriscono l’uso creativo. Gli adolescenti possono così avviarsi a nuove forme di design e di interrelazione fra discipline diverse.
Un problema che si pone è quello del rapporto fra generazioni. L’interdipendenza fra di esse è chiara nel rapporto fra madre e figlio. Se questi nei primi anni di vita non vive con pienezza la sua dipendenza dalla madre, mantiene in sé l’insoddisfazione, alla quale poi cercherà di sopperire attraverso il “biberon informatico”. Per far superare questa dipendenza non servono le proibizioni, ma un accompagnamento. Anzitutto l’adulto non deve lui stesso lasciarsi irretire nei social in una vana competizione con gli adolescenti stessi. In secondo luogo deve conoscerli e utilizzarli con equilibrio. Importante è però lo sguardo, la relazione davvero personale, la presenza. I ragazzi che si isolano, lo fanno non per colpa dei social, ma per la mancanza di uno sguardo che li riconosca nel loro significato o addirittura per la pressione insopportabile che li costringe ad essere vincenti. In conclusione combattere i social non ha senso. Per affermarsi le innovazioni hanno richiesto un tempo sempre più ridotto: la radio 38 anni, il telefono 20 anni, Google 88 giorni. Questa accelerazione implica enormi cambiamenti. Il 65% dei bambini che oggi frequentano la primaria svolgeranno un lavoro oggi inimmaginabile. In ogni caso avranno bisogno di capacità relazionali e di sensibilità al bello. A questo scopo è importante che l’adulto stia al suo posto, abbia pure un conflitto con l’adolescente, ma cerchi di dialogare sfruttando la crisi adolescenziale come opportunità. Deve inoltre demistificare l’ideale del corpo perfetto e il mito dell’onnipotenza circolante sui social. L’educazione al limite è essenziale per la vita di relazione e per una soddisfacente immagine di sé.
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Paola Scalari domani per l’Accademia Cattolica
Domani, alle ore 18,00, nella sede dell’Accademia Cattolica, in via Gabriele Rosa, 30, Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta a Venezia, docente presso la Scuola di Specializzazione “COIRAG” di Milano e attiva nella collaborazione con l’Associazione “ARIELE Psicoterapia” di Brescia terrà la conferenza: “Social network e adolescenti: cambiamenti nell’immagine di sé”.