Formazione del soggetto e terapia del desiderio. Attualità della filosofia antica?
Relatore Salvatore Natoli
Il desiderio è metamorfosi della potenza. Questa non è mai ferma: o si espande o decresce. Parlando di Dio Spinoza afferma: «posse existere potentia est». L’esistenza dipende dalla potenza, da quella che Aristotele chiama e)ne/rgeia e Spinoza conatus. A questo concetto si ispirano anche Leibniz con le monadi come centri di forza e Freud con la libido.
L’energia però assume sempre una struttura, una forma. Si creano così più potenze che entrano fra loro in un rapporto che può essere conflittuale, come risulta particolarmente con gli esseri viventi in relazione fra loro e con l’ambiente. Occorre un equilibrio fra il mantenimento della propria identità e lo scambio con l’ambiente. Si veda per es. l’alimentazione. Nell’uomo grazie alla coscienza, identità e scambio giungono al culmine. Tuttavia la potenza è sempre limitata. Quanta potenza siamo? Qual è il nostro limite? È chiaro alla nostra coscienza? No. Qui si inserisce il desiderio che mediante la coscienza diventa spinta incondizionata. Il desiderio non è mai soddisfatto, non si rivolge a ciò che si ha, ma a ciò che non si ha e ci si immagina di poter avere. Ha bisogno dell’altro da sé. Ciò è importante, ma anche pericoloso perché può insinuarci l’illusione dell’onnipotenza e provocare poi amare delusioni, giacché la nostra potenza è sempre limitata. I Greci, in particolare Aristotele, ci hanno insegnato l’etica del giusto mezzo che si acquisisce attraverso l’esercizio, la riuscita e l’insuccesso, che pure è importante. Hanno insistito sull’importanza della virtù come modulata realizzazione di sé. Aristotele ha individuato una serie di virtù del carattere, come la fortezza, la temperanza, la prudenza. Al sommo ha visto la giustizia, rivolta soprattutto agli altri. Tuttavia la relazione a sé e agli altri è insita in tutte le virtù. Attraverso di esse si attua il bene. Se nel mondo antico il bene era autoevidente, ora nella nostra società pluralistica e globale esso diventa incerto e viene piuttosto definito come valore. Così è fatto dipendere da una valutazione dei soggetti. Di quali soggetti però si tratta? Sono soggetti incasellati in sistemi culturali ed economici predefiniti che danno l’illusione della libertà. Da qui l’invito degli antichi: ridurre le proprie pretese, ripiegarsi nella propria potenza e resistere all’ipertrofia dei desideri, indotta da chi ne trae profitto.
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Terapia del desiderio e filosofia antica
Oggi alle ore 18 (11 gennaio 2017, ndr), nella sede dell'Accademia cattolica, a Brescia, in via Gabriele Rosa, 30, il Prof. Salvatore Natoli, tratterà il tema: “Formazione del soggetto e terapia del desiderio.