Politiche culturali e disponibilità economiche
Relatore Stefano Baia Curioni, professore presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi
Quale può essere il ruolo della cultura in relazione allo sviluppo economico? Che cosa significa “fare”, o meglio, “essere cultura”, in rapporto al patrimonio storico, urbano, paesaggistico? La dimensione simbolica della cultura è importante per la società in cui viviamo? Stefano Baia Curioni, professore presso il Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi, offrirà qualche spunto per approcciarsi con fiducia a queste grandi domande.
La cultura non deve accettare solamente un ruolo sovrastrutturale. Qualsiasi processo di sviluppo economico dovrebbe prevedere, per essere efficace, anche un sostrato di conoscenze e competenze che permettono di relazionarsi con l’evoluzione in atto. Gli immaginari, secondo Cornelius Castoriadis, filosofo e sociologo novecentesco, sono agenti di trasformazione sociale, hanno un ruolo performativo anche in rapporto al patrimonio urbano. La cultura si declina in molti modi: arte, salute, imprese, collezioni, salvaguardia della storia e del paesaggio. Il patrimonio culturale, del resto, è memoria che si istituzionalizza. Scegliere che cosa valorizzare con investimenti ad hoc non è né facile, né pacifico, né ovvio, ma sempre tormentoso. La dimensione simbolica della cultura è, infatti, una presa di consapevolezza sociale. Chiunque si muova in questo campo e dia un apporto a questo processo acquisisce il ruolo, anche se inconsapevolmente, di attivista culturale. Le idee per essere trasformative devono avere la forza della fame. La cultura agisce per impulsi, risonanze e riverberi. Produce, così, conseguenze inaspettate e, talvolta, inimmaginabili. Se si agisce volendo misurare al millimetro causa-effetto, la cultura rischia di diventare propaganda, perdendo fascino e potenzialità. Per gestire la cultura sono necessarie moltissime competenze, in particolare coniugare l’attivismo con la sostenibilità e far sì che insieme diventino imprenditorialità. È importante, innanzitutto, ritrovare il significato di alcune parole, come cura, poesia, attenzione. Simon Weil ci ricorda che i doni più grandi non vanno perseguiti ma attesi. La fede nell’invisibile ci aiuta a percepire il visibile. Voler far bene qualcosa è il primo passo verso grandi orizzonti. Tutto “ci riguarda”, ovvero ci risponde. È in qualche modo interconnesso con noi.