I Big Data e i loro padroni

Relatore Stefano Quintarelli, imprenditore del settore informatico e delle telecomunicazioni

Quando parliamo di “nuove tecnologie” quale significato attribuiamo al termine “nuove”? La realtà virtuale è davvero virtuale? Non si tratta piuttosto di un fenomeno “immateriale”, ma capace di influenzare notevolmente le nostre vite? Qual è il rapporto tra economia e tecnologia? E come mai i software sono sempre più portati ad accumulare e trasmettere una quantità di dati raccolti in rete? Stefano Quintarelli, imprenditore del settore informatico e delle telecomunicazioni, offre alcune suggestioni sull’evoluzione tecnologica degli ultimi anni, sui retroscena e sulle prospettive per il futuro.

È importante inizialmente soffermarci sul significato di due termini che fungeranno da sfondo e da cornice del discorso in merito alla tecnologia. Quando si parla di “nuove tecnologie” si genera, in realtà, un errore semantico. Le tecnologie di per sé non sono mai nuove, necessitano di molti anni di studio e di ricerche e pensarle come troppo recenti incentiva quel senso di irresponsabilità per cui, se qualcosa è “nuovo”, allora si è giustificati a non sapere come gestirlo. Si corre il medesimo rischio interpretando con superficialità il termine “virtuale”. Questa parola deriva dal latino e significa “non reale”. Eppure, il virtuale, per come lo esperiamo noi attraverso il quotidiano rapporto con la tecnologia, è tutt’altro che aleatorio e astratto: è concreto. Sarebbe più corretto parlare di “materiale” e “immateriale”, in quanto anche ciò che è immateriale è di per sé pienamente reale e, a volte, detiene un potere sulla realtà ben superiore a quello proveniente da entità fisiche e palpabili, come gli oggetti. Le tecnologie procedono nel tempo secondo un modello più vicino a quello esponenziale piuttosto che a quello lineare, che caratterizza la nostra abituale costruzione mentale. Il modello esponenziale cresce lentamente, ma si amplifica molto nelle fasi successive al suo sviluppo. Il modello lineare, spesso preferito dalle imprese nella scelta di progetti e finanziamenti, è contraddistinto da una crescita lentissima ma progressiva. Pare essere più rassicurante, ma a lungo andare non regge i cambiamenti del mercato che è governato da leggi e fenomeni ben più rapidi.

I computer sono realizzati secondo strutture di input e di output, ovvero da informazioni in entrata, una capacità di memorizzazione dei dati e una possibilità di trasmissione dei dati accumulati. Se nella realtà materiale tutti questi passaggi procedono con lentezza e, soprattutto, con notevoli costi, oltre a una necessità di previsione del mercato globale sempre più veloce nelle sue mutazioni, per quel che concerne la realtà immateriale i vantaggi sono notevoli. Il costo di calcolare, archiviare e trasferire dati, negli anni, è diminuito sempre di più diventando pressoché nullo. Senza forti investimenti, chi sa governare e utilizzare la tecnologia, nel bene o nel male, possiede un potere sulle cose che non è paragonabile a nessun altro. Il costo di un prodotto oggigiorno non è dato da un’associazione tra materiale, trasporto, passaggi di vendita, ma soprattutto dalle oscillazioni del mercato che avvengono nella “realtà immateriale” della rete internet. Le compagnie aeree low cost sono ormai gestite secondo algoritmi automatici che, a seconda della richiesta, valutano i costi da attribuire a ogni singolo volo. Una grande quantità di dati degli utenti che accedono a un sito viene raccolta e profilata anche perché i software non sono più dispendiosi in rapporto alle informazioni che immagazzinano, ma l’immateriale permette all’infinito accumulo, memorizzazione e trasferimento dei dati senza sostanziali costi aggiuntivi. Questo genera dei problemi relativi a privacy e proprietà privata e spesso gli utenti non sono consapevoli del valore dei propri dati personali che generano profitti lontani, difficilmente calcolabili e fumosi, specialmente per quanto riguarda il controllo dell’evasione fiscale. Si pensi che, per esempio, autorizzando la personalizzazione dei contenuti pubblicitari su internet, vengono mostrate pubblicità mirate con l’obiettivo di incrementare al massimo le vendite, in accordo con gli interessi dei consumatori che accedono, per ricerche personali, alla rete. Sarà importante in futuro, per evitare le numerose derive dell’evasione fiscale, progettare un sistema di tassazione che tenga presente il valore effettivo non solo delle realtà materiali ma anche di quelle immateriali, in particolar modo per ciò che concerne il rapporto tra prodotto (materiale e immateriale) ed effettivo profitto.

Bibliografia:

  • Marco Maiocchi e Stefano Quintarelli, Internet per l'azienda. La rete delle reti al servizio dell'impresa, Il Sole 24 Ore, 1998
  • Stefano Quintarelli, Costruire il Domani: Istruzioni per un futuro immateriale, Il Sole 24 Ore, 2016
  • Giovanni Pitruzzella, Oreste Pollicino e Stefano Quintarelli, Parole e potere: Libertà d'espressione, hate speech e fake news, Egea, 2017
  • Stefano Quintarelli, Capitalismo immateriale. Le tecnologie digitali e il nuovo conflitto sociale, Bollati Boringhieri, 2019
  • Stefano Quintarelli (a cura di), Intelligenza artificiale. Cos'è davvero, come funziona, che effetti avrà, Bollati Boringhieri, 2020
  • Vittorio Bertola e Stefano Quintarelli, Internet fatta a pezzi: Sovranità digitale, sovranismi e big tech, Bollati Boringhieri, 2023

Lunedì, 06 Maggio 2024 | Aurora Ghiroldi