Daniele Checchi, Tecnologie, competenze e mondo del lavoro

Relatore: Daniele Checchi

Negli ultimi quarant’anni il cambiamento più rilevante avvenuto è quello dell’ICT, ossia dell’Information and Comunication Technology, cioè della capacità di elaborare informazioni e di trasmetterle. Ciò ha liberato imponenti potenzialità, ma ha anche comportato la scomparsa di professioni di cui viveva un numero sterminato di persone.

Michele Cometa, Tecnologia e narrativa: il passato e il futuro dell’homo faber

Relatore: Michele Cometa

Diversamente da quanto comunemente si pensa, tecnica e narrativa sono connesse e hanno avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione dell’uomo. Oggi si parla di “biopoetica”. Secondo Aristotele (Poetica § 4) le cause della poesia sono naturali poiché è connaturata agli uomini, fin da bambini, l’imitazione, attraverso la quale essi si procurano i primi insegnamenti. Essi nascono provvisti di molti meno mezzi rispetto agli animali e devono compensare tale mancanza con molte protesi, fra cui appunto la letteratura, la narrazione e la scrittura. Ciò è stato sottolineato dalla antropologia filosofica da Herder fino a Arnold Gehlen, secondo il quale l’uomo ha bisogno di “Entlastung”, cioè di esonero dal peso della realtà, e a questo scopo ricorre alla narrativa e all’arte. Max Frisch, in Homo faber afferma di non aver bisogno della mistica per far valere l’inverosimile, gli basta la matematica. Eppure mistica e matematica sono molto più vicine di quanto si possa pensare.

Il desiderio criterio dell’ethos attuale?

Relatore: Graziano de Giorgio

Freud si è preoccupato dell’etica. Essa mirerebbe a imbrigliare le pulsioni verso finalità razionalmente scelte. Tale obiettivo riflette di per sé ottimismo, fiducia nella ragione. Tuttavia alcuni aspetti della concezione freudiana finiscono per gettare ombra e alimentare il pessimismo. Infatti le pulsioni sono cieche, egoistiche, quindi il compito che si prospetta va contro di loro ed è appunto pagato con le nevrosi. Il pessimismo si accentuò in Freud durante l’esperienza della prima guerra mondiale. Si vedano i suoi saggi: “Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte” (1915) e “Perché la guerra?” (1932). Inoltre riferire il compito etico al superamento delle pulsioni suggeriva un orizzonte prevalentemente intrapsichico. Nella psicanalisi e nella psicologia successiva si spostò il centro verso l’aspetto relazionale. Wilfred Bion descrisse la mente come un fatto relazionale e sociale.