CLAUDIO CUCCIA e FRANCO LOCATELLI - Sostenibilità economica e diritto alla cura

Relatore Franco Locatelli, professore ordinario di Pediatria presso l’Università Cattolica di Roma e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, e Claudio Cuccia, già presidente del Gruppo di studio nazionale ATBV (Aterosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare)

Sostenibilità ed economia sono causa o rimedio delle disuguaglianze? Come è nato il Servizio Sanitario Nazionale? È davvero un sistema che può funzionare oppure, per continuare a curarsi, sarà necessario munirsi di assicurazioni sanitarie private? Procedere su quella strada migliorerebbe l’efficienza? Per quale motivo, negli anni, la qualità dei servizi appare diminuita? Franco Locatelli, professore ordinario di Pediatria presso l’Università Cattolica di Roma e presidente del Consiglio Superiore di Sanità, e Claudio Cuccia, già presidente del Gruppo di studio nazionale ATBV (Aterosclerosi, Trombosi e Biologia Vascolare), dialogano sulle sfide che la Sanità deve attualmente affrontare al fine di garantire, come scritto nella Costituzione, un equo accesso alle cure.

Economia e sostenibilità sono la causa o il rimedio delle disuguaglianze? Il dr. Claudio Cuccia spiega che non basta il diritto alla cura, ma si rende necessario che questa sia di qualità. Anche affermare, come spesso si sente dire, che «la sanità non si tocca» è controproducente. Nessuno vuole perdere le garanzie del Sistema Sanitario Nazionale, ma talvolta è proprio modificando e aggiornando certi parametri che si riesce a rispondere ai problemi complessi in modo efficace. Le soluzioni che tempo fa si ipotizzavano sono quantomeno assurde e invece che migliorare tendono a peggiorare servizi e organizzazione, come, per esempio, obbligare i medici di medicina generale, già oberati di lavoro, a visitare il sabato. È necessario non illudersi che il problema siano unicamente i soldi: immetterli senza obiettivi concreti, auspicando che la tecnologia e l’intelligenza artificiale sostituiscano magicamente la carenza di personale, porterebbe a un vicolo cieco, non a una soluzione. Un altro punto debole del sistema è la continuità terapeutica in sede di follow-up, fondamentale perché l’ospedalizzazione dei pazienti non riavvenga in tempi rapidi, con un peggioramento di salute. La non aderenza alla terapia porta, ogni anno, a un esponenziale aumento dei ricoveri. Se il paziente rimanesse aderente alla terapia avanzerebbero cospicue risorse economiche e strumentali da rinvestire nei settori di maggiore carenza. Negli anni a venire sarà quindi fondamentale integrare figure che assumano un ruolo di mediazione tra ospedale e territorio. L’intervento del prof. Franco Locatelli inizia con un elogio della Costituzione, che è «un capolavoro». L’articolo 32 tutela la salute come diritto dell’individuo, nell’interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. È necessario ripartire da qui. Il Servizio Sanitario Nazionale risale al 1978, è un patrimonio del Paese che abbiamo avuto in dono e abbiamo il dovere morale di trasmettere alle nuove generazioni. In 40 anni, dal 1978 al 2018, l’aspettativa di vita media è cresciuta di circa 10 anni per ogni individuo. Posizionato meglio dell’Italia c’era solamente il Giappone. Attualmente l’Italia, invece che restare al secondo posto nella classifica mondiale dell’aspettativa di vita media, si colloca al decimo posto. Le ragioni sono i continui tagli alla sanità, investimenti sbagliati, la difficoltà di gestire un costante invecchiamento della popolazione in rapporto alle cure. Vi è una carenza di risorse, ma soprattutto la difficoltà a gestire in modo adeguato e funzionale la complessità dei servizi. L’Italia oggi investe il 6,2% in Sanità, mentre Francia e Germania si aggirano intorno a valori del 9-9,5%. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle patologie croniche accentuano le problematiche organizzative. Si calcola che attualmente lo Stato riesca a coprire i 2/3 delle spese mediche di chi avrebbe bisogno di accedere ai servizi. Dall’altro lato, le assicurazioni private, secondo quanto avviene in altri Paesi, sembra che non contribuiscano efficacemente a migliorare né l’aspettativa di vita media né la qualità della Sanità. Nel 2018 negli Stati Uniti l’aspettativa di vita media era di 4 anni inferiore rispetto a quella italiana a fronte di una spesa pro capite per la sanità di tre volte superiore a quella italiana. Nel 2021 in Italia l’evasione fiscale ammontava a circa 84 miliardi tra tasse e contributi non versati, e ciò va anche a discapito del Servizio Sanitario Nazionale: risorse tolte alla Sanità e causa di un divario radicale tra le fasce ricche e quelle povere della popolazione.

Sabato, 09 Marzo 2024 | Aurora Ghiroldi