L’“Accademia cattolica” di Brescia: le scienze naturali e il problema dell’uomo

L’“Accademia cattolica” di Brescia: le scienze naturali e il problema dell’uomo

Negli ultimi tempi si è affermato un indirizzo di pensiero chiamato “naturalismo”. Di nuovo non sembra contenere molto. Piuttosto torna a far risuonare i toni del positivismo ottocentesco, quando le scienze portarono a effetti decisivi e tangibili nella vita di tutti i giorni. I progressi della medicina facevano sperare addirittura che il momento della morte sarebbe stato così rinviato nel tempo, da non essere più un problema e giungere quando si era sazi di anni, come per i patriarchi biblici.

Nei quasi due secoli intercorsi, i cambiamenti sono stati perfino più radicali di quanto si potesse immaginare e hanno realizzato sogni che apparivano impossibili. Eppure l’atteggiamento dell’uomo non è più quello della fiducia incondizionata verso la scienza. Accanto all’entusiasmo aleggia il timore che certi processi avviati possano condurre a esiti pericolosi. Molti sottoscrivono quello che affermò Paul Feyerabend in “Contro il metodo” (1975): “La scienza è diventata troppo potente, troppo aggressiva, un po’ troppo pericolosa perché le si possano lasciare le briglie sciolte”. Egli era stato discepolo di Karl Popper che aveva negato la possibilità di giungere a certezze assolute. La scienza si fondava su congetture, adottate come verità, finché non venivano falsificate da ulteriori scoperte. Bisognava essere dunque più prudenti e più critici anche verso se stessi. Al contrario il naturalismo torna a proporre la scienza come risposta globale ai problemi esistenziali dell’uomo. Christopher Hitchens, nel libro “Dio non è grande” (2007), dichiara: «Grazie al telescopio e al microscopio, la religione non fornisce più alcuna spiegazione di una qualche importanza». Il biologo di Oxford, Richard Dawkins considera superata, dopo Darwin, la religione e denuncia i danni che deriverebbero dalla credenza in Dio. In questa prospettiva cade non solo la dimensione verticale, proiettata verso qualcosa di trascendente, ma anche quella orizzontale che rende l’uomo responsabile verso i suoi simili e verso il mondo. Come spiegare la responsabilità e la libertà, se il pensiero è soltanto un effetto dei processi cerebrali, fatti di neuroni? La coscienza sarebbe soltanto un’illusione, innocenza o colpevolezza vuote parole. Che relazione ha la scienza con l’uomo nella sua problematica e nelle sue aspirazioni? È questo il tema che l’“Accademia cattolica” di Brescia si propone di affrontare quest’anno. Esistono profonde differenze fra le scienze. Alcune sembrano quasi dimenticare l’uomo lanciandosi nell’universo, nell’immensamente grande o nell’immensamente piccolo, come la fisica, altre vi si avvicinano, come le neuroscienze, che esaminano il suo cervello e si interrogano sui processi della mente umana. Tutte però provengono dall’uomo e dal suo desiderio di conoscere. Quali sono i loro presupposti? Durante quest’anno scienziati, filosofi, psicologi, sociologi e teologi cercheranno di rispondere in uno scambio reciproco di conoscenze e di esperienze. Al di là degli statuti delle singole discipline esiste un pensare diffuso che pare sorreggersi sulle scoperte scientifiche, ma contiene presupposti e schemi mentali non giustificati. Quando infatti si tratta della totalità, si va oltre l’ambito di un singolo sapere. Perciò all’inizio del percorso si affronteranno non solo il naturalismo, ma anche la ricezione del pensiero scientifico nelle diverse scienze e nel comune modo di pensare. È uno sfondo che conta molto non solo nelle scelte di vita, ma anche nel progresso scientifico, come ha dimostrato Thomas Kuhn nella sua opera: “La struttura delle rivoluzioni scientifiche” (1962). Il programma di quest’anno vedrà poi il confronto con le singole discipline: la matematica, la fisica, le neuroscienze, la medicina, la psicologia con un progressivo avvicinamento alle scienze umane, che saranno oggetto specifico dell’anno prossimo. L’umano è però l’orizzonte di tutto il lavoro, un umano non chiuso in se stesso, secondo l’ispirazione originaria dell’“Accademia cattolica”.

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