Cristianesimo e Islam più vicini grazie al dialogo
Ascolto e testimonianze al centro del partecipato incontro organizzato dall'Accademia Cattolica
L'incontro e l'ascolto sono condizioni essenziali per il dialogo tra Cristianesimo e Islam. La risposta alla violenza dilagante è l'educazione alla scoperta e all'accettazione della differenza come ricchezza e fecondità.
La riflessione parte dalla constatazione che, forse mai come ora, c'è bisogno di un «istituto» dedicato alla ricerca e alla formazione di operatori del dialogo con i musulmani. Quanto poi sta avvenendo a livello geopolitico nel vicino Oriente costituisce un'ulteriore spinta a misurarci con i cambiamenti della storia e a cogliere la realtà in tutta la sua complessità e nel suo mutare.
L'Accademia Cattolica di Brescia ha organizzato l'incontro dal tema «Cristianesimo e Islam: oltre il dialogo interreligioso?», che si è collocato all'interno di un ampio progetto che vuole costruire una Brescia interculturale e interreligiosa.
Il dialogo. Invitati al contributo molti protagonisti del dibattito che oggi percorre la società. Racconti dalla viva voce di musulmani che nel nostro Paese si so -no affermati e professano convintamente il dialogo e cristiani che, pur nella propria esperienza di fede cattolica, hanno avuto modo di maturare una profonda empatia e riconoscenza nei confronti dell'Islam. «Siamo tutti chiamati a chiedere uno sforzo alla nostra intelligenza - ha esordito il prof. Adone Brandalise docente all'Università di Padova -. Bisogna promuovere il reciproco riconoscimento delle religioni».
Contesta certe definizioni che portano a comportamenti estremi il prof. Paolo Branca, islamista della Cattolica di Milano. «Il rischio da scongiurare è che si spaccino le religioni come foriere di violenza. Il dialogo si compie rendendoci consapevoli di quanto stia crescendo e assestandosi un Islam italiano e europeo, a suo agio con il meglio delle acquisizioni ideali e democratiche della tradizione umanistica occidentale».
Contributi. Youssef Sbai, vice - presidente Dell'Unione comunità islamiche italiane, e Moulay Zidane El Amrani, docente all'Università di Padova e segretario della Confederazione islamica italiana, hanno tracciato la loro esperienza invocando una fase nuova con investimenti intellettuali che sappiano coinvolgere la partecipazione di studiosi e attori sociali al di là sia delle divisioni disciplinari, sia degli schieramenti ideologici.