Papa Francesco e Brescia

Papa Francesco e Brescia

Falliti i pronostici si è incominciato a prefigurare il volto del nuovo Papa e le scelte che egli compirà. Per farlo si fruga nel suo passato, si dà rilievo alla sua provenienza gesuitica e latinoamericana, si soppesano le prima parole pronunciate. I commenti si sprecheranno ancora per alcuni giorni; poi si tornerà a prestare attenzione a nuovi avvenimenti. E la vita della Chiesa proseguirà con i soliti ritmi.

Per Brescia cosa potrebbe comportare questa elezione? Si dovranno attendere le scelte che con pacatezza, pare di capire, Papa Francesco attuerà. Per ora si possono solo azzardare alcuni pronostici e alcuni auspici. Quanto ai primi, se si tiene conto dello stile dimesso con cui si è presentato e delle prime parole pronunciate, si può prevedere che riuscirà a entrare nel cuore delle persone per la sua semplicità. Il gesto di chiedere il silenzio e una preghiera per intercedere la benedizione di Dio su di lui, l’annuncio che oggi si sarebbe recato a un santuario della Madonna per domandare la sua protezione (cosa che ha fatto recandosi a Santa Maria Maggiore, dove si custodisce l’immagine della Madonna salus Populi romani) denotano la sua matrice ‘popolare’ e indicano che la Chiesa è composta da tutti e tutti possono contribuire a edificarla. Lo ha ricordato bene anche dicendo che vescovo di Roma e popolo cammineranno insieme. Idea tipicamente latinoamericana questa: nel linguaggio di quei popoli il termine cammino ritorna frequentemente. Come pure nel linguaggio pastorale ritorna il termine ‘insieme’ (juntos), a dire che la Chiesa non è una ‘monarchia’, bensì un popolo che condivide un percorso cercando di essere fedele allo Spirito. Non si potrebbe trovare qui una sintonia con quanto vissuto nelle prime settimane di dicembre nella nostra diocesi? Il sinodo non è forse stato un’esperienza di condivisione nella ricerca del futuro della nostra Chiesa locale? Va poi rimarcato che il già arcivescovo di Buenos Aires non si è presentato come Papa, bensì come vescovo di Roma. Si rivela in questa espressione una valorizzazione delle Chiese locali. Inoltre citando l’espressione di Sant’Ignazio di Antiochia riferita a Roma “La Chiesa che presiede alla carità” ha indicato quale possa/debba essere il compito della Chiesa di cui è diventato vescovo: essere il centro di diffusione della carità, e quindi esemplare per tutte le Chiese locali. Quanto agli auspici. Dalla Chiesa di Brescia ci si potrebbe attendere che resti una Chiesa di popolo nella quale la semplicità e la immediatezza dei rapporti siano di casa. Si potrebbe altresì auspicare che mantenga la consapevolezza di essere Chiesa locale e quindi luogo nel quale si cerchino insieme percorsi per l’annuncio del Vangelo adatti al nostro territorio. Senza pretendere di non dover imparare da altre esperienze, si può mettere in atto la creatività che ci ha sempre contraddistinto, ma con la consapevolezza che nessun ‘guru’ potrà indicare il cammino: insieme, ascoltandosi, riconoscendo che lo Spirito non è riservato solo a qualcuno, si potrà diventare ciò che il nuovo Papa indicherà per la Chiesa tutta. Non pare difficile immaginare che la sua esperienza lo aiuterà a stimolare la soggettualità delle Chiese locali e quindi anche della nostra.

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