Cattolici e Costituzione

Cattolici e Costituzione

Non è dato sapere quanti dei candidati cattolici siano entrati nel Parlamento nei diversi partiti: di fatto il tentativo di riaggregare i cattolici in un nuovo soggetto politico non è riuscito.

Dopo gli incontri di Todi qualcuno aveva pensato che i cattolici avrebbero potuto diventare determinanti nella scena politica che sarebbe uscita dalle elezioni del 24-25 febbraio. Non è dato sapere quanti dei candidati cattolici siano entrati nel Parlamento nei diversi partiti: di fatto il tentativo di riaggregare i cattolici in un nuovo soggetto politico non è riuscito.

Responsabilità nella Chiesa

Nel medioevo, quando il senso dell’unità era piuttosto rimarcato, si citava spesso anche in ambito ecclesiale un principio mutuato dal diritto romano: ciò che riguarda tutti deve essere preso in considerazione da tutti. Molte volte il principio era fatto valere per rifiutare di pagare imposte decise da vescovi o da papi. Ma entrava anche nell’organizzazione della vita monastica e in generale della vita della Chiesa.

Il mestiere di teologo o la perspicacia della fede

Il mestiere di teologo o la perspicacia della fede

Con Destinati alla beatitudine, (Milano, Vita e Pensiero, 2012) Giacomo Canobbio rivisita un tema antico, anzi tradizionale. Dopo l'anima, su cui ha scritto un "Pellicano rosso" per Morcelliana nel 2009, oggetto di questo volume sono i "novissimi". Nella teologia cattolica con questa espressione si indicano le "cose ultime" (dal latino novissima), «cui l’uomo va incontro al termine della vita: la morte, il giudizio particolare, il paradiso o l’inferno». Il termine "escatologia", che utilizza l'etimologia greca, «si applica invece soprattutto al destino ultimo dell’umanità intera» (Treccani).

Il pluralismo dei cattolici

Il pluralismo dei cattolici

«La vita sociale è fatta anche di giochi di potere e non si può esser schizzinosi a tal punto da pensare che con il potere i cattolici non si dovrebbero misurare o che nella ricerca del potere i cattolici siano più puri di altri»

Chi guardi Brescia dall'alto è colpito dallo scoprire una molteplicità di campanili, l'uno a poche decine o centinaia di metri dall'altro. È una visione cui si è abituati senza domandarsi perché nel passato si sia avvertita la necessità di costruire luoghi di culto addossati l'uno all'altro. L'osservatore attento non fatica a stabilire un raffronto tra ciò che sta all'origine dell'immagine urbanistica notata e la situazione del cattolicesimo bresciano attuale. Quelle chiese sono espressione di una ricchezza di presenze religiose, di confraternite, di gruppi sociali. Ricchezza non voleva però dire armonia: le contrapposizioni erano a volte aspre, quasi una sfida reciproca.